Mi sono imbattuta in questo articolo pubblicato su Repubblica tempo fa…lo metto qui sotto…dopo faccio le mie considerazioni come genitore e come donna..
Il rischio, qualsiasi sia la forma in cui lo si pensa o si presenta, appartiene alla vita. Azzerarlo non si può. Si può volerlo fare a tutti i costi, ma si chiama controllo, ossessione, possesso, malattia».
Queste le parole scritte in un articolo pubblicato su Repubblica domenica 14 aprile 2014 di Maria Pia Veladiano a commento dell’avventura del bambino che si è perso nel bosco bellunese. La vita appunto è vita perché ha un inizio e una fine, perché è preziosa e, come ogni cosa preziosa, fragile e vulnerabile. Così mi è apparso chiaro, questa nostra società disprezza il valore profondo della vita. L’ossessione del controllo e della sicurezza ha invaso ogni settore, le nostre città, la politica, il lavoro, la scuola, le leggi, i parchi giochi, gli asili, le relazioni, in poche parole la vita.
Da anni mi batto in difesa dell’autonomia dei bambini. Sono madre di 4 figli, lavoro a tempo pieno da circa 20 anni (il mio primo ha 19 anni, la mia piccola 2 e mezzo) e in questi anni ho visto ridursi lentamente ma inesorabilmente gli spazi che nelle nostre città sono riservati al libero movimento dei nostri figli. Lentamente sono state tolte le libertà e autonomie ai bambini, e di fatto si sta spegnendo nei nostri figli quel desiderio autentico della scoperta, dell’esperienza non sotto lo stretto controllo degli adulti. Tre anni fa mi sono unita al gruppo di donne illuminate che ha lanciato l’appello di Se non ora quando. Da allora lavoro volontariamente con le donne e pochi uomini del comitato genovese per una società che rispetti le donne, ne valorizzi lo sguardo differente, ne riconosca la parità senza rinunciare alla loro differenza. Tutte battaglie politiche che oggi grazie alla lettura di questo articolo mi sono parse legate da un filo sottile, quasi invisibile ma indistruttibile “controllo ossessione possesso malattia”. La nostra società e noi che ne facciamo parte siamo tutti affetti da questa malattia.
Uomini che vogliono controllare lo spazio che abitano le donne, donne che vogliono controllare lo spazio che abitano i figli, politici, scuola, istituzioni, che dietro la parola sicurezza costruiscono recinti nei quali di fatto le responsabilità sono scaricabili a catena. Controllo, parola che etimologicamente è legata alla parola contratto, dunque le nostre relazioni ridotte a dei contratti. Siamo dei codardi, non abbiamo fatto la fame, non abbiamo fatto la guerra, non abbiamo sofferto il freddo ma viviamo come se fossimo in condizioni estreme tutti i giorni. Ci stiamo perdendo i nostri figli ai quali neghiamo la conoscenza attraverso l’esperienza e quel credito di fiducia che ci ha permesso di diventare adulti. Abbiamo così paura dei rischi che siamo disposti a farli vivere in recinti pur di non farglieli correre, dimenticando che quei rischi sono stati il sale della nostra vita di giovani e la spinta a diventare adulti responsabili.
Ecco questo è quanto, non so se dar torto o ragione a chi scrive o meglio dice determinate cose. Sicuramente la nostra società, quella in cui coscienziosamente facciamo crescere i nostri figli, non è delle migliori e rosee. Da ma dre non posso negare di aver timore del futuro dei nostri bambini, se è vero che il futuro sono loro, cosa gli stiamo insegnando? La prima cosa che mi vedo costretta ad ammettere è la dipendenza, dal pc, dallo smarthfone da un taplec, una consolle per videogiochi, o peggio dagli altri. Non riusciamo, specialmente noi madri a lasciare un po quella mano, per far si che camminino da soli,che facciano almeno qualche passo. A ragion veduta, penserete, e lo penso anch’io visto il mondo in cui crescono, ma mi viene in mente la frase che disse un pediatra qualche anno fa, quando mio figlio aveva 2 anni circa, e lui visitandolo e osservando me disse: i figli dovrebbero crescere lontano dalle mamme. Credetemi in quel momento avrei voluto dargli una testata, 🙂 ma poi, nel tempo, tanto torto non ho potuto più dargli. Ma perchè noi mamme siamo così, ci viene naturale proteggerli da tutto e tutti, ma a volte dovremmo proteggerli anche da noi stesse, perchè quella protezione finirà per soffocarli, potrebbe impedirgli di fargli prendere decisioni certe e sicure da soli. Lo scrivo e mi rendo conto che dovrei davvero aiutare mio figlio ad essere indipendente gia da ora. Lì fuori il mondo non aspetta, purtroppo è cambiato, noi siamo cambiati, e voglio crescere un uomo sicuro di se, con dei valori, delle regole, un brav’uomo, che sia una splendida persona. Posso solo impegnarmi a questo per lui e per me. Non me ne vogliate mamme, se mi sono dilungata, non sono nemmeno tanto sicura di essermi spiegata, 😀 se così non è stato scrivetemi e ditemi cosa ne pensate. Infondo noi gli diamo la vita, il nostro compito nel bene e nel male è esserci ❤